Alice Cattaneo

Milano, 1976

Soggetti e tecniche: la precarietà è il tratto distintivo di Alice Cattaneo, milanese, che a differenza di altri artisti che sposano il linguaggio dei video, si fa programmatica. Con un’ostinata tensione verso l’ignoto di oggetti che a malapena stanno in piedi, Cattaneo smonta il principio costruttivo dell’installazione. Lo stesso segno di incertezza aggredisce la morfologia semantica dei suoi video, popolati come sono da equivoci, cortocircuiti visivi, alterazioni del senso. Fino a che non resta che un’immagine pericolosamente intransitiva, nonostante i tanti movimenti che l’hanno accompagnata.

 

Vince la 9° edizione del Premio Cairo per la capacità di trasformare, con una rielaborazione rapida e istantanea, microeventi apparentemente banali in storie di straordinaria poesia, venate di umorismo per l'efficace regia di uno spazio filmico o scenico che ha per protagonisti materiali semplici e quotidiani.